Editing
Se possibile, conviene riprendere gli eventi importanti sempre da più angolazioni e prospettive. In fase di montaggio è infatti possibile scegliere l’angolazione o la prospettiva migliore, o combinarne diverse. Sforzatevi di riprendere gli eventi da più prospettive diverse (ad esempio, prima il pagliaccio sulla pista del circo, poi gli spettatori che ridono, visti dal punto di vista del pagliaccio). Talvolta gli eventi interessanti possono svolgersi anche dietro ai protagonisti, oppure i protagonisti possono essere osservati in controcampo. Questo fattore va tenuto presente in seguito, per creare un certo equilibrio nel filmato.
Non lesinate i primi piani di oggetti e persone importanti. Spesso i primi piani sono più efficaci e interessanti sullo schermo televisivo delle inquadrature totali e possono essere usati in seguito per realizzare gli effetti di post-produzione.
Campo lungo / Campo medio-lungo
Questo genere di inquadratura fornisce allo spettatore una panoramica e mostra la scena dove si svolge l’azione; può inoltre essere usata in seguito anche per abbreviare scene più lunghe. Se si passa da un primo piano ad un campo lungo, lo spettatore non vedrà più i dettagli ed è più facile inserire un salto cronologico. Mostrare uno spettatore in un campo medio-lungo può servire anche a distrarre dall’azione principale e fornisce la possibilità di effettuare il passaggio ad un’altra situazione.
Riprendere sempre le azioni per intero, dall’inizio alla fine, per facilitare il montaggio.
La gestione del tempo nel filmato richiede una certa pratica. Non è sempre possibile riprendere lunghi eventi per intero e spesso è necessario accorciarli notevolmente nel filmato. Tuttavia l’azione deve mantenere un filo logico e i ritocchi non devono essere percettibili.
È in questo caso che risultano utili le transizioni da una scena all’altra. Anche se l’azione della scena seguente prevede un salto nel tempo o nello spazio, grazie agli accorgimenti di montaggio è possibile rendere tale giustapposizione così fluida da risultare praticamente impercettibile allo spettatore.
Il segreto di una transizione ben riuscita consiste quindi nel realizzare un collegamento quasi naturale fra due scene. Nel caso di una transizione correlata alla trama del filmato, il legame è dato da una serie di eventi successivi all’interno di storia in via di sviluppo. Ad esempio, la ripresa di un auto nuova fiammante può costituire l’introduzione di un documentario sul design e la produzione.
Una transizione neutra non implica necessariamente uno sviluppo nella storia, o un cambiamento nel tempo o nello spazio, ma può servire a collegare in modo fluido vari momenti di una scena. Ad esempio, se si taglia una scena di una tavola rotonda per inserire l’inquadratura di un partecipante interessato, è possibile tornare successivamente allo stesso punto della discussione, omettendo la parte intermedia e senza farsi troppo notare dallo spettatore.
Le transizioni esterne mostrano qualcosa che avviene al di fuori dell’azione principale. Ad esempio, durante la ripresa delle pagine di un registro dei matrimoni, la telecamera esce e mostra una scena a sorpresa preparata all’esterno.
Le transizioni devono sottolineare il messaggio del filmato e adattarsi alla situazione per evitare di confondere gli spettatori o distrarli dalla trama.
Concatenazione logica delle azioni
In fase di montaggio le riprese devono essere concatenate e correlate alla rispettiva azione. In mancanza di una sequenza logica lo spettatore non sarà in grado di seguire la trama degli eventi. L’interesse dello spettatore deve essere subito attratto da un susseguirsi di scene incalzanti o spettacolari e mantenuto vivo fino alla fine. Se le scene si susseguono senza un filo logico o senza rispettare la cronologia, o a un ritmo troppo incalzante o frenetico (inferiore ai 3 secondi), lo spettatore si sentirà disorientato e perderà l’interesse. Occorre assicurare una certa continuità nei motivi trattati, da una scena alla successiva.
È opportuno sforzarsi di colmare le interruzioni, soprattutto quando cambia il luogo delle riprese. In questo caso conviene usare, ad esempio, dei primi piani per creare dei salti cronologici, iniziando con uno zoom avanti e poi indietro su un volto per passare poi, dopo alcuni secondi, ad una scena differente.
La continuità garantisce la coerenza dei dettagli nel passaggio da una scena alla successiva, ed è di vitale importanza per la percezione dello spettatore. Il filmato appare incongruente, ad esempio, se si vedono gli ombrelli aperti sotto un sole cocente.
Ritmo delle sequenze delle scene
Il ritmo con cui si passa da una scena all’altra spesso influenza il messaggio e l’atmosfera del filmato. La mancanza di una ripresa che lo spettatore si aspetterebbe di vedere, oppure la durata di una ripresa, sono entrambi modi per manipolare il messaggio che si intende trasmettere.
Quando si assemblano riprese simili in sequenza, possono verificarsi delle incongruenze dal punto di vista visivo: ad esempio, la stessa persona si trova prima a destra, poi a sinistra dell’immagine; una volta con gli occhiali, e una volta senza.
Non montare le panoramiche in sequenza
Non assemblare insieme le panoramiche a meno che non abbiano la stessa direzione e velocità.